Settembre è il mese della sicurezza nei gruppi Würth e Würth MODYF e per l’occasione abbiamo deciso di intervistare un esperto del settore per capire lo stato della sicurezza nel nostro paese e le problematiche legate alla scelta dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
Innanzitutto, presentati
Salve a tutti, mi chiamo Alessandro Montalesi e sono un esperto in sicurezza e salute sul lavoro. Lavoro come libero professionista con incarichi di RSPP, consulente e formatore per aziende di diversi settori. In passato ho lavorato come agente di Polizia a Bolzano per circa 13 anni, lavorando anche in collaborazione con l’ispettorato del lavoro. Attualmente svolgo anche incarichi come organismo di vigilanza ai sensi 231/01. Sono inoltre volontario e istruttore sicurezza per la Croce Rossa Italiana.
Raccontaci le novità di quest’anno in tema di sicurezza
A partire da quest’anno assume nuovo rilievo la figura del preposto, con nuovi obblighi e responsabilità. Il preposto si occupa di verificare ad esempio il corretto uso delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale (DPI), nonché l’adozione dei corretti comportamenti da seguire in tema di sicurezza con la più definita responsabilità di sospendere le lavorazioni e di fornire al lavoratore le necessarie indicazioni in termini di salute e sicurezza.
Quest’anno sono stati introdotti inoltre alcune importanti novità e obblighi in materia di responsabilità dell’impresa e controllo dei rischi in materia di gestione delle emergenze. Ad esempio, il datore di lavoro deve individuare le necessità particolari delle persone con esigenze speciali e ne tiene conto nella progettazione e realizzazione delle misure di sicurezza antincendio nonché nella redazione delle procedure di evacuazione dal luogo di lavoro; occorre altresì considerare le persone con esigenze speciali che possono avere accesso al luogo di lavoro quali ad esempio persone anziane, donne in stato di gravidanza, persone con disabilità temporanee ed i bambini.
Com’è ad oggi la situazione in Italia e nel resto d’Europa?
In Italia siamo ancora lontani dall’ottimale: i costi per la sicurezza sul lavoro sono visti dai datori di lavoro come spese inutili che possono ridurre, non rendendosi conto della natura preventiva che queste misure svolgono e dei costi indicibili, nonché delle responsabilità penali e civili, che il non rispetto delle stesse potrebbe comportare.
In Europa abbiamo moltissime regole (molte più che in America), ma difficilmente vogliamo seguirle. Alcune regole mettono semplicemente nero su bianco nozioni di buon senso, ma neanche quelle vengono applicate. Quanti di noi leggono le istruzioni d’uso di un attrezzo quando lo acquistano?
C’è ancora molta ignoranza da parte delle aziende e dei privati, che non sanno come scegliere i corretti DPI. Bisognerebbe parlare di più di sicurezza ad esempio nelle scuole, facendo una distinzione tra sicurezza sul lavoro, stradale e domestica. Sono tutte importantissime e per ognuna è importante adottare i giusti comportamenti e dispositivi di protezione.
Serve una cultura della sicurezza non solo sul luogo di lavoro, ma anche nei contesti privati; chi deve fare dei lavoretti in casa spesso non utilizza dispositivi di protezione, li fa senza curarsi troppo della propria salute e sicurezza: ecco perché poi abbiamo così tanti casi di infortuni domestici.
Come scegliere un DPI?
Non tutti sanno come scegliere e utilizzare i dispositivi di sicurezza. La scelta del DPI è l’ultimo step del processo di prevenzione e protezione, dietro il quale c’è un’attenta valutazione dei rischi e delle esigenze specifiche dell’azienda. Un’azienda con dipendenti che lavorano all’aperto, a contatto col bagnato, avrà bisogno per esempio di scarpe da lavoro di categoria S3, per chi invece lavora in logistica o al chiuso magari può andar bene una scarpa S1P. Ovviamente non è possibile stabilire a priori quali dispositivi saranno necessari per un’azienda, bisogna prima fare la valutazione dei rischi specifici.
Molti acquistano i propri DPI facendosi guidare dal prezzo o dal look, ma è importante che invece conoscano le regole specifiche del contesto in cui si trovano: per un lavoro stradale, per esempio, è fondamentale l’utilizzo di abbigliamento ad alta visibilità che copra una percentuale del proprio corpo specifica. A mano a mano che aumentano la velocità del traffico e il rischio di essere investiti, aumenterà anche la superficie del corpo che va resa ben visibile ai veicoli tramite DPI ad alta visibilità.
Le valutazioni dovrebbero tener conto anche di esigenze specifiche del singolo dipendente: se per esempio il dipendente soffre di problemi legati alle calzature, portando un certificato potrà chiedere al proprio datore la sostituzione della scarpa in dotazione con una adatta alle sue esigenze.
Cosa comporta per le aziende la scelta di DPI sbagliati?
La scelta di DPI sbagliati ha un impatto immediato di natura economica e in termini di sicurezza, mentre nel lungo termine c’è il rischio che si trasformi in sanzioni penali e civili per tutti i soggetti coinvolti.
Scegliere un DPI scomodo per il lavoratore o di qualità inferiore fa buttare soldi all’azienda, con il rischio che poi il lavoratore non le indossi o le debba buttare poco dopo, aumentando così la possibilità che si verifichino infortuni.
Provo personalmente le scarpe da lavoro che consiglio alle aziende per cui lavoro come formatore per la sicurezza e RSPP. Lavorando sempre a stretto contatto con i dipendenti ne conosco i gusti e le esigenze. Le scarpe da lavoro Würth MODYF sono sempre di ottima qualità e le indosso spesso anche nel tempo libero.
Da qualche anno ormai collaboro con i product designer di MODYF nella realizzazione di prodotti a norma e comodi da usare. Il numero di controlli e certificazioni a cui sono sottoposti questi prodotti è impressionante. Oltre alla qualità dei materiali e al rigore nei controlli, si tratta di capi che prestano sempre più attenzione alla sostenibilità e al consumo delle risorse.
Grazie ancora per questa intervista, è stata molto interessante
Grazie a voi!