L’Italia è sempre stato un Paese in cui si è dato grande valore all’artigianato e al lavoro manuale in genere. Fin dall’antichità, un falegname o un vasaio erano considerati alla stregua di un pittore o di uno scultore e non si faceva alcuna distinzione tra arte e artigianato
Nel corso degli anni, si è passato a separare il lavoro manuale svolto da ceramisti, fabbri, gioiellieri, falegnami, volto a un utilizzo pratico dell’oggetto realizzato, da quello svolto da pittori, scultori o altri “artisti”, dediti alla realizzazione soprattutto di opere di valore simbolico o culturale.
La nascita e l’evoluzione delle botteghe artigiane
Nel Medioevo cominciano a nascere le prime associazioni e le prime botteghe artigiane, dove venivano mandati i ragazzi, a volte poco più che bambini, per apprendere un mestiere da un artigiano esperto.
In una bottega di artigiano erano presenti uno o due collaboratori, spesso gli stessi figli del capomastro, e due o tre apprendisti, giovani che venivano mandati, da piccoli, a imparare il mestiere da un artigiano esperto. Gli artigiani erano iscritti in corporazioni, associazioni che li tutelavano, regolamentando prezzi, orari di lavoro e anche modalità di lavorazione di alcuni prodotti.
Nel tempo, gli artigiani sono arrivati a controllare anche la vita politica delle città in cui operavano, partecipando attivamente alle decisioni da prendere per la gestione della comunità. Con l’avvento delle prime industrie, l’artigianato sembrava aver avuto un arresto, ma negli ultimi cinquant’anni si è avuto un processo in controtendenza, con un ritorno al lavoro fatto a mano e all’eccellenza del prodotto artigianale come ci ha confermato anche Roberto Condin mastro artigiano dell’Alto Adige.
L’artigianato oggi
Oggi si è tornato a dare molto valore all’artigianato e ai prodotti fatti a mano, soprattutto se realizzati con materie prime di qualità. Il ritorno al prodotto originale, unico, personalizzato e non in serie ha dato nuova linfa a tutte quelle piccole aziende artigiane che avevano visto schiacciare la propria produzione dall’avvento delle industrie. In Italia, questo ritorno è ancora più evidente, visto che per secoli siamo stati maestri nell’arte del design, della moda, delle ceramiche e dei gioielli.
I nuovi artigiani sono coloro che hanno saputo riadattare il proprio modo di lavorare, acquisendo nuove tecniche e facendosi supportare dalla tecnologia e dalle nuove scoperte nel campo dei macchinari e delle attrezzature.
Oggi, in Italia, ci sono circa un milione e 400 mila aziende artigiane, quasi tutte microimprese formate da meno di 10 dipendenti. La maggior parte di queste aziende si trova in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma anche il sud si difende molto bene.
L’artigiano oggi è un piccolo imprenditore che ha saputo unire e far convivere la manualità e l’esperienza dei grandi mastri di bottega del passato con le nuove tecnologie digitali e i nuovi mezzi di comunicazione e di marketing a disposizione.