Oggi conosciamo Marco Hinz, creator che ha scelto un materiale particolare con cui realizzare le sue opere, il bambù.
Nuova vita a un materiale “tradizionale”
Una leggenda delle isole filippine racconta che il primo uomo nacque da uno stelo di bambù, mentre in Giappone ogni monastero scintoista non può fare a meno di una piccola foresta di bambù per proteggersi dalle energie negative; materiale antico e pieno di storia, il bambù ha ritrovato negli ultimi anni una nuova vita, diventando un materiale interessante per artigiani e esperti di edilizia. Grazie alla sua elevata resistenza e a una flessibilità difficile da trovare in natura, il bambù viene usato per la costruzione di ponti, strutture di sostegno, pareti e solai.
Anche l’Italia non è stata indifferente a questa “invasione” del bambù: capi di abbigliamento con fibra in bambù vengono prodotti da tempo, attirando attenzione di stilisti e esperti di design; la sperimentazione per farne carta è in corso presso una cartiera toscana; in Piemonte c’è un vivaio interamente dedicato al bambù che esporta foglie per tè e per la cosmetica, oltre a produrre germogli per l’alimentazione.
La storia di Marco Hinz
“Se vogliamo essere precisi il bambù non è legno, ma una pianta.”
Intuendo l’enorme potenziale dietro questi materiali, diversi professionisti hanno iniziato a trovare soluzioni interessanti nel campo del design e dell’artigianato. Utilizzando la straordinaria duttilità del bambù, Marco Hinz ha iniziato a lavorare ad una serie di elementi di arredamento, pezzi unici su cui vanno a confluire perizia manuale e gusto estetico; da 12 anni Marco Hinz lavora presso Perfactory ed oggi è a capo della produzione, esprimendo ogni giorno il suo desiderio di ricerca e innovazione. Nella galleria qui sotto raccontiamo il lavoro di Marco e il suo quotidiano percorso verso la creazione di qualcosa di nuovo e diverso.