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Stampa 3d: come cambiano artigianato ed edilizia

Nel 2017 la stampa 3d non è più una novità, ma una reale innovazione che sta cambiando come sviluppiamo e realizziamo nuovi progetti e nuovi prodotti. Nuovi materiali sono diventati improvvisamente a disposizione dei “makers”, e nuove tecnologie hanno velocizzato le fasi di ideazione, prototipazione e messa sul mercato; ma quali sono quindi i settori più coinvolti da questa rivoluzione? Sicuramente artigianato e edilizia.

Stampa 3D: come cambia il lavoro degli artigiani

 

Facilità d’uso, controllo sul progetto, ampliamento delle possibilità creative: su questi punti saldi si è retta l’introduzione e la diffusione delle stampanti 3d. Il funzionamento di queste strumentazioni segue un processo semplice ma logico, qualsiasi oggetto (una lampada, un nuovo modello di sedia, un ricambio per macchinari industriali) può essere ridotto ad una sovrapposizione di strati bidimensionali: il macchinario utilizza questa procedura a livello microscopico, riproducendo velocemente l’oggetto disegnato in 3d, rispettandone forma, colori e volumi. Strato su strato, seguendo passo dopo dopo il design che l’operatore ha caricato nel software, viene emesso uno speciale materiale che si solidifica e, nell’insieme, crea il manufatto.

 

La varietà e le dimensioni di questi macchinari si adattano a tutte le tipologie di progetti, dall’artigiano che realizza nuove creazioni per i suoi clienti ai grandi laboratori che così possono stampare pezzi di ricambio e nuovi utensili senza continui cambi alla catena di montaggio.

 

La vera rivoluzione non è tanto nella tecnologia, ma nell’accessibilità del know-how. Grazie a tecnologie open source e a software di disegno e simulazione al computer, tutti possono ideare, sviluppare e poi realizzare prodotti artigianali come elementi di arredamento, opere di design o componenti di macchinari già esistenti. Basta guardare gli ultimi Saloni del Design, che fanno affidamento sempre di più sulla stampa 3d per osare nuove soluzioni  o le applicazioni nell’industria aerospaziale, che consente alle stazioni spaziali di stampare gli strumenti necessari per la sua manutenzione.

 

Stampa 3d: come cambia l’edilizia

L’utilizzo della stampa 3d nell’edilizia ha introdotto due nuove possibilità per i professionisti dell’edilizia, lo sviluppo di nuovi materiali e lo sviluppo di unità abitative con tempi di realizzazione sempre più brevi.


Un esempio che ha attirato l’interesse di stampa e professionisti di settore è la realizzazione della facciata dell’Eurobuilding di Amsterdam. Progettata dallo studio di architettura Dus Architects e realizzata fisicamente da Henkel, gruppo industriale specializzato nella produzione di materiali adesivi, la facciata è stata realizzata interamente in bioplastica, un materiale stampato in 3d a partire da materiali vegetali e altamente riciclabile.

La bioplastica utilizzata è uno speciale materiale termoplastico, che ha la capacità di fondersi e poi solidificare in pochi secondi: la particolarità di questo materiale è di poter essere “stampato” in grandi dimensioni e una volta iniettato di un particolare ecocemento, assicura ai componenti ottimi livelli di resistenza e stabilità. Nel caso di edifici o installazioni temporanee, la bioplastica può essere macinata e riutilizzata per produrre altri oggetti, come avviene con il vetro, la carta e l’alluminio provenienti dalla raccolta differenziata.

 

Quali sono gli scenari nel futuro prossimo?

Condivisione, progettazione collettiva, reti e comunità: i capisaldi del movimento dei makers sono a ben guardare gli stessi che stanno alla base dell’idea di Smart City. «Se ognuno ha un’idea e la condivide invece di tenerla chiusa nel cassetto, alla fine l’umanità sarà più ricca di idee e di possibilità, con vantaggi per tutti. – spiega Enrico Bassi, responsabile delle Officine Arduino – Prima che una rivoluzione tecnologica, quella dei makers è una rivoluzione culturale.”

articolo a cura di: Modyf

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